Confermato il trend positivo del primo semestre 2021
Attraverso la banca dati Fashion Bank abbiamo effettuato un’analisi delle nuove costituzioni relative al segmento medio fine nell’anno 2021. In totale abbiamo riscontrato 156 nuove aperture, a fronte di una tendenza generalmente positiva osservata nel primo semestre del 2021* che si va man mano delineando in chiusura d’anno.
Nelle aziende di Confindustria Moda infatti è in atto un recupero del fatturato rispetto al 2020 attorno al +23%, con un divario però ancora superiore al 10% se raffrontato coi livelli pre-Covid. Nell’intero anno è previsto un recupero nell’ordine del +20,6%. Considerando che nel 2020 il fatturato del tessile moda e accessori era calato sui 75 miliardi, la dinamica 2021 si tradurrà quindi in un incremento di poco superiore ai 15 miliardi di euro.
Il podio è composto dalla Sicilia in testa con 20 nuove aperture, a seguire il Lazio con 17 mentre il gradino più basso è occupato dalla Lombardia con 16. In coda alla classifica troviamo il Trentino Alto-Adige. Il Friuli-Venezia Giulia con 2, chiude il Molise con solo 1 sola nuova costituzione rilevata nell’intero arco del 2021. In un contesto di mercato in continua evoluzione e marcato da una profonda e costante incertezza, strumenti come il monitoraggio del rischio, la tutela del credito commerciale e le analisi di mercato sullo status di salute dei propri canali commerciali sono le soluzioni ideali per le aziende che vogliono continuare a crescere.
Analisi nuove costituzioni: le forme giuridiche
Per quanto concerne le forme giuridiche scelte per le nuove costituzioni riscontriamo una prevalenza delle S.r.l con 125 delle 156 totali. Le società non di capitale invece si attestano non oltre il 20%. Nonostante il dato contingente al 2021, le società non di capitale caratterizzano ancora la maggior parte del mercato moda al dettaglio in Italia, con oltre il 70% sul totale.
Analisi nuove costituzioni: il grado di rischio
Un’ulteriore segmentazione delle nuove costituzioni avvenute nel 2021 è stata effettuata secondo l’indice di rischio Fashion Bank**
Indici di rischio
N (non valutabile) nuovissime costituzioni prive di dati finanziari e senza uno storico derivante da cessioni, conferimenti, affitti, trasformazioni societarie, continuità di fatto. In presenza di uno storico, le nuove costituzioni non rientrano nella categoria N, ma vengono valutate secondo gli ordinari indici di rischio.
X (inattive) ditte inattive di fatto in quanto hanno i punti vendita cessati, ditte inattive di diritto in quanto non hanno dichiarato l’apertura della attività presso la CCIAA. D (rischio massimo) ditte protestate, pignorate, in concordato, ditte con sinistri. C (rischio elevato) C2: ditte a rischio elevato, non affidate, con alta probabilità di default, C1. Ditte a rischio elevato, non affidate, con più alta probabilità di passare a rischio B3. Richiedere garanzie ove possibile.
B (rischio basso) B3: ditte a rischio basso ma con più alta probabilità di diventare non affidate, B2: ditte a rischio basso in situazione intermedia, B1: ditte a rischio basso con più alta probabilità di passare a Rischio A3.
Fashion Bank è in grado di valutare il 38% del totale delle nuove costituzioni (B1,B2,B3,C1,C2,D,X); ciò è reso possibile grazie ad uno storico di monitoraggio trentennale all’interno del proprio database. Molte ditte, infatti, risultano essere continuazioni di vecchie società e per questa ragione non saranno categorizzate come “X”, bensì verrà tenuto in considerazione delle precedenti esperienze societarie che fanno capo al/alla titolare.
Note:
*il dato fa riferimento ad uno studio effettuato a campione da Fashion Bank sul proprio database riguardo le nuove aperture nel primo semestre del 2021. (https://www.linkedin.com/posts/fashion-bank-srl_segmento-punti-vendita-medio-fine-i-semestre-activity-6843848054479589376-WxcM)
Analisi nuove costituzioni 2021
Confermato il trend positivo del primo semestre 2021
Attraverso la banca dati Fashion Bank abbiamo effettuato un’analisi delle nuove costituzioni relative al segmento medio fine nell’anno 2021. In totale abbiamo riscontrato 156 nuove aperture, a fronte di una tendenza generalmente positiva osservata nel primo semestre del 2021* che si va man mano delineando in chiusura d’anno.
Nelle aziende di Confindustria Moda infatti è in atto un recupero del fatturato rispetto al 2020 attorno al +23%, con un divario però ancora superiore al 10% se raffrontato coi livelli pre-Covid. Nell’intero anno è previsto un recupero nell’ordine del +20,6%. Considerando che nel 2020 il fatturato del tessile moda e accessori era calato sui 75 miliardi, la dinamica 2021 si tradurrà quindi in un incremento di poco superiore ai 15 miliardi di euro.
Il podio è composto dalla Sicilia in testa con 20 nuove aperture, a seguire il Lazio con 17 mentre il gradino più basso è occupato dalla Lombardia con 16. In coda alla classifica troviamo il Trentino Alto-Adige. Il Friuli-Venezia Giulia con 2, chiude il Molise con solo 1 sola nuova costituzione rilevata nell’intero arco del 2021. In un contesto di mercato in continua evoluzione e marcato da una profonda e costante incertezza, strumenti come il monitoraggio del rischio, la tutela del credito commerciale e le analisi di mercato sullo status di salute dei propri canali commerciali sono le soluzioni ideali per le aziende che vogliono continuare a crescere.
Analisi nuove costituzioni: le forme giuridiche
Per quanto concerne le forme giuridiche scelte per le nuove costituzioni riscontriamo una prevalenza delle S.r.l con 125 delle 156 totali. Le società non di capitale invece si attestano non oltre il 20%. Nonostante il dato contingente al 2021, le società non di capitale caratterizzano ancora la maggior parte del mercato moda al dettaglio in Italia, con oltre il 70% sul totale.
Analisi nuove costituzioni: il grado di rischio
Un’ulteriore segmentazione delle nuove costituzioni avvenute nel 2021 è stata effettuata secondo l’indice di rischio Fashion Bank**
Indici di rischio
N (non valutabile) nuovissime costituzioni prive di dati finanziari e senza uno storico derivante da cessioni, conferimenti, affitti, trasformazioni societarie, continuità di fatto. In presenza di uno storico, le nuove costituzioni non rientrano nella categoria N, ma vengono valutate secondo gli ordinari indici di rischio.
X (inattive) ditte inattive di fatto in quanto hanno i punti vendita cessati, ditte inattive di diritto in quanto non hanno dichiarato l’apertura della attività presso la CCIAA.
D (rischio massimo) ditte protestate, pignorate, in concordato, ditte con sinistri.
C (rischio elevato) C2: ditte a rischio elevato, non affidate, con alta probabilità di default, C1. Ditte a rischio elevato, non affidate, con più alta probabilità di passare a rischio B3. Richiedere garanzie ove possibile.
B (rischio basso) B3: ditte a rischio basso ma con più alta probabilità di diventare non affidate, B2: ditte a rischio basso in situazione intermedia, B1: ditte a rischio basso con più alta probabilità di passare a Rischio A3.
Fashion Bank è in grado di valutare il 38% del totale delle nuove costituzioni (B1,B2,B3,C1,C2,D,X); ciò è reso possibile grazie ad uno storico di monitoraggio trentennale all’interno del proprio database. Molte ditte, infatti, risultano essere continuazioni di vecchie società e per questa ragione non saranno categorizzate come “X”, bensì verrà tenuto in considerazione delle precedenti esperienze societarie che fanno capo al/alla titolare.
Note:
*il dato fa riferimento ad uno studio effettuato a campione da Fashion Bank sul proprio database riguardo le nuove aperture nel primo semestre del 2021. (https://www.linkedin.com/posts/fashion-bank-srl_segmento-punti-vendita-medio-fine-i-semestre-activity-6843848054479589376-WxcM)
**Il rischio è un indice di valutazione globale di una ditta e scaturisce dall’analisi degli elementi di natura economica/finanziaria/commerciale.
Newsletter
Latest Posts
FASHION: EXPORT RISE AGAIN
1 February 2022FASHION BANK AT PITTI UOMO 2022
21 January 2022WEBINAR: LE VOCI DELLA MODA
15 December 2021Categories
Archives